I meriti del nulla!

Ci sono arrivate alcune segnalazioni, nello specifico dalla provincia di Grosseto, di palestre e “maestri” non affiliati alla FITA che stanno sfruttando il successo di Vito dell’Aquila per promuovere il Taekwondo Olimpico all’interno di Enti di promozione sportiva.

Come FITA Toscana, cogliamo l’occasione di sottolineare l’anti-sportività del tipo di pubblicità che queste persone si stanno facendo, sfruttando i sacrifici della nostra Federazione, i sacrifici della Società Sportiva affiliata dell’atleta in questione, i sacrifici del suo maestro.

Essere una Società Sportiva affiliata alla FITA comporta grosse responsabilità e un notevole impegno, cose che gli Enti di promozione sportiva non richiedono. Il Taekwondo Olimpico in Italia E’ SOLO QUELLO DELLA FITA, promosso sul territorio attraverso i suoi Comitati Regionali e le sue Società Sportive affiliate.

  • Essere MAESTRO FEDERALE vuol dire:
  • superare 10 livelli di cintura, dando esami presso la propria Società Sportiva;
  • superare l’esame regionale davanti a una commissione tecnica nominata centralmente dalla FITA;
  • frequentare e superare il corso regionale propedeutico all’insegnamento, ricevendo al qualifica e l’autorizzazione alla frequenza di quello nazionale;
  • frequentare il corso nazionale per insegnante tecnico;
  • superare l’esame nazionale per insegnante tecnico.

E questa è solo una minima parte di quello che vuol dir essere parte della Federazione.

Essere federato vuol dire anche:

  • mantenere determinati standard qualitativi nell’organizzare eventi e manifestazioni;
  • garantire standard qualitativi alti che corrispondono anche a investimenti che la Società deve fare;
  • rispettare determinate regole emanate anche dal CONI, estremamente più restrittive se per una Federazione che per gli Enti di promozione.

Non essere affiliati alla FITA, significa non praticare il Taekwondo Olimpico perché il Taekwondo Olimpico è solo quello riconosciuto ufficialmente dalla WT e, in Italia, l’unica federazione riconosciuta è la FITA. Ed è proprio deplorevole vedere palestre che prendono in giro i propri atleti, facendogli praticare un taekwondo (sempre che si possa chiamare taekwondo olimpico) senza sbocchi, togliendogli la possibilità di partecipare a competizioni ufficiali e precludendogli eventuali sbocchi professionali.

Vedere palestre e persone (che non possono chiamarsi maestri perché nulla hanno da insegnare per il taekwondo olimpico) che cercano di accaparrarsi meriti che non hanno, chiamare per nome (Vito) il nostro atleta come se fosse un fratello e neanche, per loro, può essere considerato fratellastro, è veramente vergognoso. Soprattutto da parte di chi ha prima chiesto informazioni per affiliarsi alla FITA e quando ha capito i sacrifici che devono essere fatti per far parte della nostra Federazione, è scappato. E ora cerca di pubblicizzare la propria palestra sfruttando meriti di altri, meriti della Federazione, il duro lavoro dei Tecnici Federali.

Siamo aperti a tutti, accogliamo tutti come fratelli nella nostra famiglia e siamo ben contenti che le palestre si affilino, gli insegnanti diventino tecnici federali e i loro atleti si tesserino ed inizino a competere ad alti livelli. Ma ci sono regole da rispettare e standard da garantire per poter mantenere alto il valore della nostra disciplina e per poterla chiamare TAEKWONDO OLIMPICO.